Illuminazione Ruderi della Diga del Gleno
La Diga del Gleno,
storia di un disastro annunciato
La Diga del Gleno fu costruita tra il 1916 e il 1923.
A pochi mesi dalla conclusione dei lavori, il primo dicembre 1923, alle 7 del mattino, il muro di contenimento crollò: sei milioni di metri cubi d’acqua, fango e detriti precipitarono dal bacino artificiale situato a circa 1.500 metri di quota, dirigendosi verso il Lago d’Iseo e lasciando alle proprie spalle 356 morti, anche se i numeri sono ancora a tutt’oggi incerti.
Le cause del disastro furono molteplici, su tutte, la scarsa qualità dei materiali impiegati per la costruzione e il sovrapporsi in corso d’opera di due progetti architettonici non coerenti fra loro: quello iniziale di una diga a gravità e quello successivo ad archi multipli.
La commemorazione
nell’anno del centenario
Nel 2023, a cent’anni dal Disastro, la tragedia è stata commemorata con una serie di iniziative organizzate nei territori della Val di Scalve e della Valcamonica da un Comitato appositamente formato per onorare la memoria delle vittime e dei superstiti, che attoniti e disperati, continuarono la loro vita in quei paesi indelebilmente segnati dalla furia dell’acqua.
Scalve Mountain ha deciso di fare memoria illuminando i ruderi della diga con un’installazione permanente che resterà a testimoniare ciò che è accaduto nel 1923.
L’installazione luminosa emozionale dei ruderi della Diga del Gleno è stata realizzata su progetto del light designer bergamasco Maurizio Quargnale, con la partnership tecnica di Gewiss SPA, grazie anche al supporto di Enel Green Power, Banca Sella e Banca Popolare di Sondrio.
Aziende e volontari del territorio hanno offerto la loro preziosissima collaborazione, nel seguire i lavori di realizzazione dell’impianto installato nelle immediate vicinanze della diga, che si sono svolti dall’estate all’autunno del 2023.
Nel progetto di Quargnale, i ruderi, imponenti testimoni del disastro del Gleno, vengono portati dal buio alla luce con un’illuminazione non statica, ma in continuo fluire, dentro a un vero e proprio dinamismo luminoso che - attraverso differenti intensità e timbri - deve offrire a chi osserva un percorso emozionale profondo, che simboleggia il passaggio dal buio della tragedia alla luce della speranza e della rinascita.
La cerimonia di Inaugurazione
Giovedì 30 Novembre, con inizio alle ore 18:00, presso la chiesa parrocchiale di Vilminore di Scalve, si è svolta la cerimonia di inaugurazione (inserire link al CS) dell’impianto di illuminazione emozionale della Diga del Gleno. L’evento, che è stato intitolato “LUCE PER RICORDARE”, ha visto la proiezione in anteprima delle immagini della prima illuminazione dei ruderi.
A poche ore dalla ricorrenza della tragedia, il crollo avvenne alle ore 7,15 del mattino del 1° Dicembre, le poderose colonne della struttura ad archi multipli rimaste intatte sono state inondate da una luce soffice e mutevole, prodotta dal sofisticato impianto a led, frutto di un anno di lavoro tra progettazione e realizzazione.
Scalve Mountain ha quindi deciso di donare l’impianto al Comune di Vilminore di Scalve, con l’accordo che venga manutenuto e periodicamente acceso nelle ricorrenze importanti per la comunità della Valle.
Fare Memoria, fare luce
Fare memoria, fare luce.
Un bagliore che illumini lo squarcio della tragedia,
che accarezzi le rovine a consolare.
Fare memoria, fare luce.
Riportare nel cuore.
Bueggio, Dezzo, Mazzunno, Corna di Darfo.
359 corpi, 359 nomi.
Erano i nostri padri, le nostre madri,
resi fratelli da queste montagne.
Sepolti nel lago come un grembo gigante
che non li avrebbe più partoriti.
Fare memoria, fare luce.
Illuminare, accendere.
Questa sera accendere un fuoco.
Chiamare ancora quei nomi, qui, adesso.
“Siete noi! Carne della nostra carne!”.
Assenti presenti,
morti vivi nella memoria.
Sottrarli al buio dell’oblio
in questo tempo che non ricorda,
nemmeno la guerra
e si continua a morire.
Noi non chiudiamo le porte e tracciamo sentieri!
Vestiamo di fiori i balconi,
riempiamo di nuovo le piazze,
abbracciamo gli anziani,
mettiamo al mondo dei figli.
Insegniamo loro lo splendore del cielo,
la meraviglia del bosco,
raccomandiamo il silenzio.
Anche questo è fare memoria, fare luce.
Che insieme possiamo cucire legami
con fili di gratuità,
e nessuno sia solo
quando sente paura.
Cento anni dopo,
questa sera è la luce a carezzare
il cemento ferito del Gleno.
Sono carezze.
Vivere è sapere rinascere.
Fare memoria. Farci luce.